Decorazione e Minimalismo nell’arte e nel design, gli opposti che si attraggono

1958 Donald Judd

Decorativismo e minimalismo sono davvero opposti?

Il tema di cui parliamo oggi riguarda la dualità che intercorre tra loro. Possiamo definire il DECORATIVISMO come un fenomeno che racchiude le opere d’arte figurative, letterarie e musicali con prevalenza di ornamenti e decorazioni.

Circoscrivendo all’ ambito artistico la decorazione racchiude quell’insieme di elementi accessori non essenziali all’opera d’arte, che non rispondono a fini pratici o esigenze funzionali, ma quando utilizzati conferiscono BELLEZZA e GRAZIA ad essa. Gli ornamenti, ad esempio, generalmente in forma scultorea o pittorica, sono applicati ad ambienti, a oggetti di uso comune o ad architetture, con l’unico scopo di abbellire.

Quando si parla di decorazione salta subito alla memoria un grande artista britannico di nome William Morris. É un personaggio di spicco nella società di fine ‘800 grazie alla sua poliedricità e il suo talento impegnato nell’arte, nella letteratura, nell’architettura e nella politica. Molti lo ricordano come uno dei principali fondatori del movimento Arts and Crafts, collettivo con cui si batte per il contenimento dell’industrializzazione e la valorizzazione dell’artigianato. Nel 1861 crea la sua azienda Morris, Marshall, Faulkner & Co. e si impegna a riportare in auge tecniche decorative antiche come pittura su vetro e carta da parati. Dipinge moltissimi motivi decorativi ancora oggi in uso.

La sua opera ispira molti artisti come Alphonse Mucha che nella Parigi di fine secolo attracca nell’Art Nouveau, movimento che apre la strada alle arti applicate, al design e all’architettura moderna. Nei primi decenni del ‘900 questa corrente sfocia nell’Art decò che ingloba nelle sue forme espressive anche le arti visive e la moda con la spinta dello stilista Paul Poiret che col suo eclettismo avvia una nuova ricerca estetica. 

Queste sono le basi su cui si struttura l’idea comune di DECORAZIONE e a cui, oggi, sono legati ancora molti pregiudizi e luoghi comuni. Principalmente si immagina che tutto ciò che è decorativo sia diametralmente contrapposto al concetto di minimalismo assumendo così una connotazione di ridondanza legata al passato.

Comunemente si pensa che decorare significhi:

  • Caricare e abbondare
  • Riempire i vuoti
  • Rendere trash e volgare

 

Ora vediamo cos’è il MINIMALISMO e quali sono invece i pregiudizi che lo riguardano; ho chiesto a Francesca Romana Fieri, architetta e creatrice del sito casaminimalista.it di raccontarcelo circoscrivendolo all’ambito dell’arte e del design.

“Minimalismo” è un termine che nasce negli anni ’60 con la Minimal Art.
Nell’arte e nel design si parla di riduzione minimale, ciò sta a significare che la forma di un elemento è data esclusivamente dalla sua funzione e dalla sua struttura: ogni aggiunta è superflua.
Ne derivano inevitabilmente linee essenziali, proprio con il fine ultimo di esaltarne la funzionalità, che è l’essenza stessa della sua bellezza intrinseca.
Molti colgono una carenza in questa semplicità estetica, invece di vederci un arricchimento.
Di conseguenza un oggetto minimal potrebbe essere interpretato come eccessivamente scarno e triste.
Anche nei colori il minimalismo ha la tendenza ad utilizzarne molto pochi e ben dosati.
Le sensazioni che si vogliono trasmettere sono principalmente quelle di: chiarezza, pulizia, purezza, armonia, leggerezza, calma, equilibrio, limpidezza, serenità.
Chiunque rifugge queste sensazioni non troverà nel minimalismo il suo stile.

La Minimal Art rivoluziona l’idea di rappresentazione artistica avviando una fase di esplorazione oggettiva e fisica della realtà, talvolta anche attraverso installazioni ambientali, che sfocia da una parte in una ricerca concettuale (Conceptual Art) e dall’altra in una riduzione purista della forma, delle linee e dei colori come dimostra ad esempio il percorso pittorico di Ad Reinhardt che passa per l’Espressionismo Astratto.

Semplificando quindi, possiamo dire che il MINIMALISMO è sottrazione mentre il DECORATIVISMO è addizione.

Decorare significa aggiungere ma non ridondare,  è aggiungere per dare valore e non per toglierlo.

Così come per la Minimal Art, anche per la decorazione è importante la misura e l’equilibrio. Usando sapientemente la composizione delle linee e delle forme e la teoria del colore si possono creare elementi decorativi appropriati e in armonia al contesto, che donano valore e bellezza.

Riflettendo ancora un po’ su questa dualità in fondo non troppo contrapposta, chiediamo di nuovo a Francesca:

Oggi si parla ancora molto di minimalismo, come dall’arte e dal design è diventato uno stile di vita che sposa la filosofia dell’essenziale?

Durante il ventesimo secolo si sono cominciati a sperimentare i benefici del minimalismo nell’arte, nel design e nell’architettura, grazie anche ai numerosi artisti, che sono stati dei precursori della corrente di pensiero.

Con il passare degli anni, il concetto si è evoluto, diffondendosi anche nello stile di vita delle persone.

Il bisogno di semplicità, chiarezza, leggerezza ha trovato riscontro anche in ambiti diversi rispetto al design, dando vita al minimalismo esistenziale.

È per questo motivo che sempre più persone hanno la necessità di svuotare le loro case dagli eccessi che la società dei consumi ha evidentemente riempito troppo.

La cosa importante è stare attenti a non incastrarsi troppo in questa definizione di minimalismo, uscire dalla rigidità imparando ad essere flessibili.

Ancora una volta trovo un punto in comune, decorare come detto prima significa aggiungere mantenendo l’equilibrio, ma è importantissimo che la decorazione, ovunque si trovi, in un ambiente, su un tessuto, su un capo, o su una tela dia benessere oltre che bellezza, perché in fondo l’arte ha il compito di migliorare la vita di chi la vive.

Concludendo possiamo dire che superando i pregiudizi, la decorazione e il minimalismo sono due opposti che si attraggono, la sottrazione e l’addizione che convivono tra funzionalità, essenzialità ed estetica.

Si può decorare senza eccessi orientando le proprie scelte verso uno stile essenziale e minimale, composto dalla sintesi delle forme, delle linee e dei colori, che ha un impatto positivo sul nostro benessere e che risponde al bisogno di lasciar andare gli eccessi riducendo la sovraesposizione agli stimoli a cui siamo esposti in questa epoca (visita la collezione di stampe Geometrika by tbdesign).

Photo Credits

www.mucha.cz/it/esposizione

www.vam.ac.uk/articles/william-morris-and-wallpaper-design

www.moma.org/audio/playlist/306#tour-stop-3953

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