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Decorazione e Minimalismo nell’arte e nel design, gli opposti che si attraggono

5 Febbraio 2020/0 Commenti/in Arte e Design, Design /da barbara trozzi

Decorativismo e minimalismo sono davvero opposti?

Il tema di cui parliamo oggi riguarda la dualità che intercorre tra loro. Possiamo definire il DECORATIVISMO come un fenomeno che racchiude le opere d’arte figurative, letterarie e musicali con prevalenza di ornamenti e decorazioni.

Circoscrivendo all’ ambito artistico la decorazione racchiude quell’insieme di elementi accessori non essenziali all’opera d’arte, che non rispondono a fini pratici o esigenze funzionali, ma quando utilizzati conferiscono BELLEZZA e GRAZIA ad essa. Gli ornamenti, ad esempio, generalmente in forma scultorea o pittorica, sono applicati ad ambienti, a oggetti di uso comune o ad architetture, con l’unico scopo di abbellire.

Quando si parla di DECORAZIONE salta subito alla memoria un grande artista britannico di nome WILLIAM MORRIS. É un personaggio di spicco nella società di fine ‘800 grazie alla sua poliedricità e il suo talento impegnato nell’arte, nella letteratura, nell’architettura e nella politica. Molti lo ricordano come uno dei principali fondatori del movimento Arts and Crafts, collettivo con cui si batte per il contenimento dell’industrializzazione e la valorizzazione dell’artigianato. Nel 1861 crea la sua azienda Morris, Marshall, Faulkner & Co. e si impegna a riportare in auge tecniche decorative antiche come pittura su vetro e carta da parati. Dipinge moltissimi motivi decorativi ancora oggi in uso.

La sua opera ispira molti artisti come ALPHONSE MUCHA che nella Parigi di fine secolo attracca nell’Art Nouveau, movimento che apre la strada alle arti applicate, al design e all’architettura moderna. Nei primi decenni del ‘900 questa corrente sfocia nell’Art decò che ingloba nelle sue forme espressive anche le arti visive e la moda con la spinta dello stilista Paul Poiret che col suo eclettismo avvia una nuova ricerca estetica. 

  • WILLIAM MORRIS Tulip and Willow (furnishing fabric made by Morris & Co.) 1873
  • WILLIAM MORRIS Larkspur wallpaper (manufactured by Jeffrey & Co.) 1874
  • William Morris-decorazione-minimalismo-tbdesign
    WILLIAM MORRIS Acanthus wallpaper (manufactured by Jeffrey & Co.) 1875
William Morris © Victoria and Albert Museum, London

Queste sono le basi su cui si struttura l’idea comune di DECORAZIONE e a cui, oggi, sono legati ancora molti pregiudizi e luoghi comuni. Principalmente si immagina che tutto ciò che è decorativo sia diametralmente contrapposto al concetto di minimalismo assumendo così una connotazione legata al passato di ridondanza.

Comunemente si pensa che DECORARE significhi:

  • Caricare e abbondare
  • Riempire i vuoti
  • Rendere trash e volgare
  • Mucha-tbdesign-minimalismo-decorazione
Alphonse Mucha © Mucha Museum, Praga 
  • paul-poiret-artdeco-tbdesign-minimalismo-decorazione
Paul Poiret

Ora vediamo cos’è il MINIMALISMO e quali sono invece i pregiudizi che lo riguardano; ho chiesto a Francesca Romana Fieri, architetta e creatrice del sito casaminimalista.it di raccontarcelo circoscrivendolo all’ambito dell’arte e del design.

“Minimalismo” è un termine che nasce negli anni ’60 con la Minimal Art.

Nell’arte e nel design si parla di riduzione minimale, ciò sta a significare che la forma di un elemento è data esclusivamente dalla sua funzione e dalla sua struttura: ogni aggiunta è superflua.

Ne derivano inevitabilmente linee essenziali, proprio con il fine ultimo di esaltarne la funzionalità, che è l’essenza stessa della sua bellezza intrinseca.

Molti colgono una carenza in questa semplicità estetica, invece di vederci un arricchimento.

Di conseguenza un oggetto minimal potrebbe essere interpretato come eccessivamente scarno e triste.

Anche nei colori il minimalismo ha la tendenza ad utilizzarne molto pochi e ben dosati.

Le sensazioni che si vogliono trasmettere sono principalmente quelle di: chiarezza, pulizia, purezza, armonia, leggerezza, calma, equilibrio, limpidezza, serenità.

Chiunque rifugge queste sensazioni non troverà nel minimalismo il suo stile.

La Minimal Art rivoluziona l’idea di rappresentazione artistica avviando una fase di esplorazione oggettiva e fisica della realtà, talvolta anche attraverso installazioni ambientali, che sfocia da una parte in una ricerca concettuale (Conceptual Art) e dall’altra in una riduzione purista della forma, delle linee e dei colori come dimostra ad esempio il percorso pittorico di AD REINHARDT che passa per l’Espressionismo Astratto.

  • Ad-Reinhardt-minimalismo-decorazione-tbdesign-minimalart
    Ad Reinhardt Untitled (n-y-world-s-fair) 1939
  • donald-judd-minimal-art-tbdesign-decorazione-minimalismo
    Donald Judd Untitled 1958
  • Donald judd-minimalart-minimalismo-decorazione-tbdesign
    Donald Judd Untitled 1990
  • donald-judd-minimalart-minimalismo-decorazione-tbdesign
    Donald Judd Untitled 1991
Donald Judd e Ad Reinhardt, Moma, New York

Semplificando quindi, possiamo dire che il MINIMALISMO è sottrazione mentre il DECORATIVISMO è addizione.

DECORARE significa aggiungere ma non ridondare, È AGGIUNGERE PER DARE VALORE E NON PER TOGLIERLO.

Così come per la Minimal Art, anche per la decorazione è importante la misura e l’equilibrio. Usando sapientemente la composizione delle linee e delle forme e la teoria del colore si possono creare elementi decorativi appropriati e in armonia al contesto, che donano valore e bellezza.

Riflettendo ancora un po’ su questa dualità in fondo non troppo contrapposta, chiediamo di nuovo a Francesca:

Oggi si parla ancora molto di minimalismo, come dall’arte e dal design è diventato uno stile di vita che sposa la filosofia dell’essenziale?

Durante il ventesimo secolo si sono cominciati a sperimentare i benefici del minimalismo nell’arte, nel design e nell’architettura, grazie anche ai numerosi artisti, che sono stati dei precursori della corrente di pensiero.

Con il passare degli anni, il concetto si è evoluto, diffondendosi anche nello stile di vita delle persone.

Il bisogno di semplicità, chiarezza, leggerezza ha trovato riscontro anche in ambiti diversi rispetto al design, dando vita al minimalismo esistenziale.

È per questo motivo che sempre più persone hanno la necessità di svuotare le loro case dagli eccessi che la società dei consumi ha evidentemente riempito troppo.

La cosa importante è stare attenti a non incastrarsi troppo in questa definizione di minimalismo, uscire dalla rigidità imparando ad essere flessibili.

Ancora una volta trovo un punto in comune, DECORARE come detto prima significa aggiungere mantenendo l’equilibrio, ma è importantissimo che la decorazione, ovunque si trovi, in un ambiente, su un tessuto, su un capo, o su una tela dia BENESSERE oltre che BELLEZZA, perché in fondo l’arte ha il compito di migliorare la vita di chi la vive.

Concludendo possiamo dire che superando i pregiudizi, la decorazione e il minimalismo sono due opposti che si attraggono, la sottrazione e l’addizione che convivono tra funzionalità, essenzialità ed estetica.

Si può decorare senza eccessi orientando le proprie scelte verso uno stile essenziale e minimale, composto dalla sintesi delle forme, delle linee e dei colori, che ha un impatto positivo sul nostro benessere e che risponde al bisogno di lasciar andare gli eccessi riducendo la sovraesposizione agli stimoli a cui siamo esposti in questa epoca (visita la collezione di stampe GEOMETRIKA by tbdesign cliccando qui).

Photo Credits

www.mucha.cz/it/esposizione

www.vam.ac.uk/articles/william-morris-and-wallpaper-design

www.moma.org/audio/playlist/306#tour-stop-3953

https://tbdesign.it/wp-content/uploads/2021/01/Untitled-1958_Donald-Judd-4.jpg 585 696 barbara trozzi https://tbdesign.it/wp-content/uploads/2020/09/nuovo-logo-sito-fav.png barbara trozzi2020-02-05 11:41:242021-01-21 11:30:30Decorazione e Minimalismo nell'arte e nel design, gli opposti che si attraggono
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Carta da parati, old style o new look?

2 Febbraio 2020/0 Commenti/in Carta da parati, Design /da barbara trozzi
carta-da-parati-old-style-o-new-look
Carta da parati - tbdesign

Generalmente quando racconto alle persone che disegno carta da parati mi chiedono stupefatte: “Ma perché la carta da parati si usa ancora?” Non solo si usa ancora, ma è di gran tendenza!

L’arte di decorare, è da considerarsi da sempre, la manifestazione di un bisogno ancestrale dell’essere umano legato all’espressione del proprio sé.

La carta da parati ieri

L’arte rupestre preistorica, gli affreschi romani, gli arazzi medioevali, le pitture rinascimentali, sono tutte espressioni di simbolismo, arte, agio o posizione sociale. Questo racconta molto del rapporto che l’uomo ha con l’ambiente che lo circonda e in cui vive.

La storia della carta da parati è strettamente legata a quella della carta e della stampa. La prima comparsa della carta si ha in Cina nel II sec A.C. e nel I sec. invece, viene inventata la carta da parati, diventando un prodotto d’ importazione in Europa, da usare come supporto per la pittura a mano o per le impressioni con gli stampi in legno. Le prime fabbriche europee nascono in Inghilterra, Italia e in Francia nel XVIII secolo. In quegli anni diventa un prodotto pregiato da impiegare in ogni palazzo aristocratico e borghese che si rispetti, la regina Anna d’Inghilterra istituisce, addirittura, una tassa che la dichiara un bene di lusso.  La vera diffusione avviene con l’avvento della stampa rotativa, a partire dalla metà dell’800, che permette una produzione continuativa attraverso dei rulli (o cilindri) che stampano disegni sempre più complessi e a più colori rispetto alle vecchie tecniche artigianali.

La carta da parati oggi

La tecnologia oggi corre veloce e la stampa digitale ci offre un nuovo concetto di carta da parati. Possiamo dire addio alla carta ingiallita vista negli anni ‘70 nelle case delle nostre nonne in cui i motivi si ripetono monotoni in tutte le stanze. Le carte da parati sono diventate un prodotto di design che valorizzano e arredano uno spazio, anche solo una parete, come fosse impreziosito da una grande opera d’arte. Caratterizzano l’ambiente in modo personale ed unico, riportando in auge il bisogno di radicarsi nel proprio rifugio, rendendolo un posto accogliente in cui coltivare il benessere personale (clicca qui se hai bisogno di una consulenza per personalizzare il tuo ambiente).  La tecnologia ha fatto progressi non solo sul fronte delle tecniche di stampa ma anche sul fronte delle materie prime impiegate, da scegliere a seconda dell’utilizzo e della resa richiesta (argomento che approfondirò nel prossimo articolo).

Prova a curiosare MINI SIZE, la mia mini collezione di carta da parati per bambini dal design minimalista da realizzare con TNT (pvc free) in cellulosa e fibre organiche. Per i più grandi ho creato GEOMETRIKA la collezione ispirata all’Astrattismo geometrico. Com’è la tua carta da parati ideale old style o new look? Fammi sapere qui sotto nei commenti.

Photo credit: Freepik

https://tbdesign.it/wp-content/uploads/2020/02/carta-da-parati-new-look-1.jpg 0 0 barbara trozzi https://tbdesign.it/wp-content/uploads/2020/09/nuovo-logo-sito-fav.png barbara trozzi2020-02-02 18:48:102021-01-18 15:23:28Carta da parati, old style o new look?
designer lavorofreepick

Professione designer, miti da sfatare

6 Novembre 2019/0 Commenti/in Design /da barbara trozzi

Chi è il designer? Come tutte le parole importate dal mondo anglosassone aleggia intorno a loro, sempre, un alone di mistero. A complicare la faccenda è l’abuso che si fa di questa parola, ma il designer è l’architetto, lo stilista, il grafico o altro?

Alcuni attribuiscono il merito della nascita di questa parola ad un architetto tedesco, Peter Behrens, incaricato agli inizi del 900 di seguire la parte artistica (dal prodotto, alla pubblicità e all’architettura) di una grande azienda: la AEG. La traduzione dalla sua lingua originale è progettista, e si intende colui in grado di creare un progetto generalmente in uno o più ambiti specifici. Se vi siete mai chiesti che legame ci fosse tra il designer e l’artista, la risposta è: nessuno! Il designer può essere definito “il creativo” in un contesto aziendale, per il suo spiccato senso estetico e la sua formazione sia in materie artistiche che tecniche, ma il suo estro creativo è messo al servizio della risoluzione di problematiche prevalentemente legate alla vita quotidiana e non puramente per veicolare messaggi artistici.

E’ un professionista attento ad acquisire un bagaglio culturale ampio, dall’arte, alla musica, alla fotografia, al cinema e alla moda. E’ attento a cogliere gli input innovativi che lo circondano e tradurli in spunti creativi da impiegare in progetti che possono spaziare dall’ interior al fashion design, oppure dal graphic all’ industrial design.

Ecco alcune figure legate alla professione del designer:

  • Interior designer: progettista che studia gli spazi e gli arredi d’interni
  • Fashion designer: progettista che studia l’immagine stilistica nelle collezioni di abbigliamento e accessori
  • Graphic designer: progettista che studia l’immagine visiva in ambito aziendale, commerciale o pubblicitario
  • Industrial designer: progettista che studia i prodotti industriali
  • Lighting designer: progettista che studia l’illuminotecnica sia nella parte concettuale che tecnica
  • UI designer: (User Interface) progettista delle interfacce di software e dispositivi in cui l’utente dialoga con lo schermo
  • UX designer: (User Experience) progettista di app e siti che lavora attraverso l’analisi dell’esperienza dell’utente con il prodotto con la finalità di ottimizzare i suoi bisogni

E tanti altri come il web designer, il set designer, il floral designer… Come potete vedere la galassia dei designer è costellata da tante stelle, molte ignote ai più, ognuno con le proprie competenze e peculiarità.

Spero di aver sfatato qualche mito sulla professione del designer, che da oggi sarà, un po’ meno sconosciuta.

Photo credits: Freepick

https://tbdesign.it/wp-content/uploads/2019/11/Professione-Designer.jpg 3517 5276 barbara trozzi https://tbdesign.it/wp-content/uploads/2020/09/nuovo-logo-sito-fav.png barbara trozzi2019-11-06 13:56:172020-01-04 20:27:39Professione designer, miti da sfatare

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